Trenindiani.Notsobad

domenica, marzo 30, 2008

lamati puntata numero due. Di come la nostra avventuriera prosegue il viaggio nella lontana india, poco dopo il suo arrivo. Di come dedicare una mail a un argomento per parlare di tutt'altro. Di come parlare con grazia della cacca. Di come autorizzare viarigattieri sui diritti di ogni sua parola. Di come diverremo ricchi e famosi.
Stay tuned.


stazionedibombay.lamiamattinainiziataalleseimenounquartoe'gia'adulta
duemicrobananeeunchainellostomaco
miinoltroneibinari
enormebrulichiodivite
suibinariincostruzionepiccoliasinellischiacciatidaquintalidipietreeferrivecchi
nelbinariomillefamigliemendicantisemiricchi
tutticonillorotelopiu'omenograndelacerocoloratosedutiperterra
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iol'unicanonindiana
unicaunicissima
mimettovicinoaunafamigliaconunpiccolobambinellosgambettanteurlacchiante
chemicoinvolgenelsuogioco
indicarevelocetuttiitopichebevonocoprronosquittisconotrabinari
milleemilletopienormi
luiindicaeride
miguardacomplice
allafineperingannareiltempomifacciotrascinaredallacontadeitopi
comunquesuibinariindianic'e'troppacacca
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maNONSISENTELAPUZZA
sara'checen'e'gia'troppaingiro
mamisonoconvintachelecaccheumaneeanimaliindianenonpuzzano
tuttiqueimisericanirindagi
migliaiastravaccatiperterrainognimetro
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forse,hopensato,selamangiano
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boh
comunquel'indiaahaglianimalipiu'buonidelmondo
ferminellaloroinattivita'marcianonsembranocurarsideldelirochelicirconda
nonreaghisconomai
anessunostimolo
dinessunsenso
forseperche'nonhannofame
quinessunohafame
c'e'troppociboovunquenellestradedituttiitipi.
comunquel'internetpointchiude
vivolevodirecheoggisonofelice
hovistoiltajmal
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salivomuta,ancheperche'nonc'e'conchiparlare,l'ultimascaladimarmobianco
e'strabiliante
eppoisoprattuttooggihovistouncammellochetrascinavauncarroelescimmie
migliaiadiscimmietteinquestacitta'
siarrampicanoovunque
anchesullemuccheimmobileebellissime
quicisonolemucchepiu'belle
bellissime.
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eppoisalgosullaterrazzadelmiosquanfidoalberghetto
chesara'anchemiserrimo
madaltettolavistaedilussoestremissimo
tajmallunascimmie
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nonsmettetedipensarmi
domaniviraccontodeitreniindianiacuiavevodedicatol'emailmanonc'e'piu'tempo.
m

p.s.
andreasceglitucosavuoimetteresulblog
haicartabianca
seiilmanagerdellemienotizie

Ferari: l'uomo medio.

venerdì, marzo 28, 2008

A volte internet è portentoso. Talvolta ti capita di leggere una cosa e di pensare, con impeto faustiano: Detente! Eres tan bello!, oppure ti credi per un attimo Susanna e quasi esclami: Sembra fatto inver per me!, a causa dell'esattezza di testi che non sono scritti per noi, ma che sono talmente calzanti che ci emozionano nel vederceli dipinti addosso. E questa adeguazione sembra creare una bellezza quanto meno inusuale. Mi è successo questo oggi, nel rivedere la scena di (quasi) ogni mattina in viarigattieri leggendo la descrizione dell'atteggiamento dell'uomo medio nel fare la doccia. Il testo è un'analisi sociologica sulle differenze tra uomo e donna nell'atto di lavarsi. Due mondi diversi sotto la doccia: "cambia l'atteggiamento, l'umore, l'intento, l'attenzione ai dettagli e all'ordine e pulizia della casa".
Riporto la descrizione, ma vi inviterei a concentrarvi su LUI. Che, per non essere espliciti, è Ferari.

Lei: si toglie i vestiti, li piega e/o li mette nel cesto della biancheria sporca, separando colorati e capi chiari. Infila le ciabatte e l'accapatoio e, passando davanti al marito, se lo lega ben stretto in vita. Va in bagno, si guarda allo specchio, si tira le ruge con la punta delle dita, si solleva il seno con le mani per vedersi diversa, prende mentalmente nota di fare qualche addominale in più per rassodare la pancia. Finalmente si infila sotto la doccia e per diversi minuti fa lo scrub alla pelle del viso con un esfoliante all'albicocca, finché non diventa bella rossa. Riempie la spunga di bagnoschiuma (delicato) e lava accuratamente tutto il corpo. Passa la pietra pomice sotto i talloni e si risciacqua. Per i capelli, uno shampoo naturale con almeno una quarantina di vitamine. Due lavaggi, per esser sicura che siano lucidi e puliti. Balsamo ai frutti vari, profumatissimo. Una bella passata di rasoio (rosa che fa più fine) sotto le ascelle e sulle gambe. Poi esce dalla doccia, facendo attenzione a mettere i piedi sul tappetino per non bagnare in giro, si avvolge i capelli in un asciugamano sproporzionatamente grande, spruzza la doccia con il detersivo aticalcare, lucida i pomelli e le pareti con una veloce passata, se ne va in camera da letto con addosso l'accappatoio e in testa un turbante di spugna.

Lui: si toglie i vestiti e li abbandona dove si trova, per terra, uno sorpa l'altro. Va in bagno nudo e scalzo e se sul suo tragitto incontra la moglie, agita il bacino per mostrale la sua mascolinità facendo anche «wooo-oooo» per sottolinare la prestanza. Si guarda allo specchio, ammira il proprio fallo con soddisfazione, si gratta una chiappa e via sotto la doccia. Si sciacqua la faccia e poi passa la maggior parte del tempo a lavarsi (e ravanarsi) le parti intime. Si soffia il naso nelle mani e poi fa colare tutto sotto l'acqua. Fa i rumorini e poi ride divertito per i suoni emessi. Si fa lo shampoo con il primo barattolo che gli capita a tiro e si fa la cresta da moicano con i capelli tutti inschiumati. E la cosa lo appaga molto. Arraffa una saponetta, se la passa velocemente sul corpo e se la infila ben bene tra le chiappe, lasciandoci sopra anche un paio di peli neri e ricciuti. Fa una luna pipì divertendosi a disegnare cerchi sul piatto doccia, si sciacqua ed esce, evitando rigorosamente di mettere i piedi sul tappetino della doccia e bagnando ovunque. Acchiappa un asciugamano a caso e si asciuga, ma solo le ascelle e il sedere. Passando davanti al lavandino, prima di uscire, fa disegnini sconci col dito sulla condensa che s'è formata sullo specchio. Dà una scrollatina al pisello per vedere le ultime goccioline d'acqua cadere e poi si dirige in camera da letto nudo. E se sulla strada del ritorno incrocia la moglie, le fa di nuovo ondeggiare il suo "coso" davanti agli occhi dicendo ancora «wooo-oooo».

O no?

Re: dell'impattoedellasperanza

mercoledì, marzo 26, 2008

Riportiamo, fedeli latori di missive altrui, il testo di una mail speditaci da ignota Zia C., pseudonimo di casa editrice veneta che più di qualche indizio ci fa ricollegare a lamati; non ne cambiamo l'impostazione grafica per non tradire quella che è la vera cifra stilistica della nostra giovane esploratrice in missione indiana. Significativo anche il titolo della missiva, che riportiamo paro paro come titolo del post, nel quale si fa evidente riferimento a un qualche scognito monarca indiano, aduso a nomignoli ancora più curiosi dei classici toroseduto, nuvolabianca, ecc., di cui probabilmente lamati ci informerà nelle prossime comunicazioni.
Stay tuned.



mucchnereecanigialliqualcheuomoconlosguardodisumano
sudetritimarcidiunenormemercato
nottebuissima
macaoticainlontananza
l'impattocondelhiunpo'duro
c'e'statograndesconforto
l'albergoatrestelleinrealtanonhalenzuolane'asciugamanine'cartaigienica
pero'
ede'moltopiu'fondamentale
haunapiccolascortadiacquaconfezionatafredda
lamiacamerae'unaspeciedicantinettasquanfida
ovviamentenonc'e'sciacquone
maqulloe'irrilevante
perche'c'e'unbellissimosecchiorossoenorme
esoprattuttol'acquae'correnteeabbondante
percio'milavo
anchesel'acquae'fredda
manellosconfortopiu'nero
nelrumoretetrofuoriedentrolamiacamera
infilatanelmiolindissimosaccolenzuoloarighineverdiebianche
inuntentativodettatosolodalladesolazione
scoprocheilmiocellularefunziona
chenone'verocheservetrialquadriband
sticazzi
ilmiopiccolodualbandblutrilla
percio'misentoricatapultatainunmondopiu'sicuro
poteredelmezzotecnologico
enonmiimportapiu'quasidellasolitudine
dell'icapacita'miaedegliindianidiparlareinglese
cheincrociatasbarraabbastanzalacomunicazione
ealloradormo
profondissimamenterpertreore
allesei
iniziailrumorepi'totalecheioabbiamaisentito
ungridocongiuntodianimalivegetaliumanimezziamotore
iregnidellanaturaedellatecnicaconfluiscono
inunenormecasino
manonmiarrendo
elamiastanchezzaresistefinoamezzogiorno
losconfortoallamattinac'e'ancoraunpo'
malauceelagentemiripigliano
girosmarritaperdelhi
quituttitivolgionoinculare
mapropriotutti
fortissimamente
malospaesamentononmirendedeltuttoidiota
percio'escodatreufficiinformazioniivifalsoufficiali
volevanovendermiibigliettideltrenoamilletrecentorupieinvececheacentodieci
eppoituttidiconoattentachetivoglionoimbrogliare
eamevienedaridere
vorreidirgli
embe'etuchestaicercandodifare?
comunquee'anchebellissimo
ilquartieredelmioalbergoe'labirinticoemeraviglioso
cortivicolianimalifagioli
barbieridottori
canimucchebambiniditutteledimensioni
coloriall'infinito
ecibiodorosissimiequasituttiproprioignoti
sacchidipannienormiannodatieallineatinellevieminuscole
comemacchiedicolremorbideeluride
gioiellicartaccepipi
vendonoqualsiasicosa
fannoqualsiasicosa
e'moltobello
tistordiscel'abbondanzadistimolivisiviolfattivi
comunquevivorreituttiqui
eoggihomangiatoinunristorantechesichiamava
KWALITY
ma
forseperch'noncapivonientedelmenuehosceltomale
facevaunpo'schifo
ederacupissimodentrounpo'dafalsiricchiindiani
unpo'daristorantecineseitaliano
tuttounpo'neroesoffocante
ilte'pero'erasquisito
oramisentopi'felice
edomanimenevadodadelhi
latengoperlafine
chemagarisaro'unopo'piu'forte.
momicaccianodall'ineternetpoint
millebaciestrabaci
cercodimangiarenellavichefannomillecose
odorossissimeebellissime
einrealta'zozzissime.
mamidovro'purnutrire...
apresto


lamati #2

lunedì, marzo 24, 2008



ok lamati, va bene, ci arrendiamo. Te ne vuoi andare? E vattene, vai, parti, torna fra ssèi mesi, non ti preoccupare, saremo qui ad aspettarti. Tanto lo sai, ci vedi, siamo in forma. Così ti salutiamo e così ti accoglieremo. Gente che fa palestra, chibbozzi, piscina, che ti pare a te. Però non ti dimenticare di noi, che poi là in mezzo, con tutte quelle vacche per strada, non è che ti senti in isvizzera? Non è che pensi che puoi fare avanti e indietro con una lancia Y targata sampdoria? Guarda che l'india è un po' più lontana, lamati, già te lo diciamo. Ci arrendiamo, ma già te l'avevamo detto, eh?
buon viaggio lamati

Il punto della situazione.

venerdì, marzo 21, 2008

C'è confusione, sotto il cielo di viarigattieri. Molti parlano di un vero e proprio fuggi-fuggi, che come tutti i fuggi-fuggi non può che essere un fuggi-fuggi generale.

Dove sono i rigattieri?
E gli amici dei rigattieri?

C'è chi si è laureato, lo abbiamo visto, e ha detto che sarebbe rimasto a Pisa, ma a Pisa non c'è. Si parla di fughe in Triveneto.
C'è chi dovrebbe dirigere la baracca, e invece è via da chissà quanto tempo (a Palermo? in Calabria? in Insubria?)
C'è chi ha lavoretti da fare (da far fare) in case in affitto (?) a Roma, e quindi parte sul più bello, e ora non si sa dove stia.
C'è chi dice che a Pisa, ma a Pisa non c'è, e viene accusato di essere alternativo-trasgressivo.
C'è chi accusa, per l'appunto, che dopo varie prestazioni alla consòlll partì.
C'è chi organizza tiri al bersaglio per il venerdì santo.
C'è chi FELICEmente passa la prima Pasqua in una vera famiglia, sua per giunta (anche se è presto per le uova)
C'è chi NORMALmente si vede a giro per Pisa, correre da un punto all'altro, inseguire macchine che posteggiano svizzeri, o svizzeri che posteggiano macchine; e ora tace.
C'è molly che gira per via Paoli in cerca di guai e trova solo DonFranco.
E infatti ci sono io, che venerdì prendo un treno alle 7:59, tra 6 ore&40 minuti, per raggiungere Bologna.


E poi c'è chi rende sicura la base e offre la copertura a tutte le nostre mancanze: Féràri. Gloria&Onore a lui, ché quando tutti passano, lui resta.

Passa questo mondo
passano i secoli
solo chi ama non passerà mai...

[ci facevano cantare i preti a Pasqua]


Post di servizio per superare la diaspora viarigattieresca ai suoi massimi storici:
rigattieri, dove siete?
chiunque sia un rigattiere, si senta tale o abbia notizie di un rigattiere, o sia/si senta un amico dei rigattieri dica semplicemente dov'è, e cosa fa.

yes, we k-now - considerazioni attuali

giovedì, marzo 13, 2008








antipolitica = indica genericamente l'opinione pubblica, controprova per eccellenza del corretto funzionamento democratico degli organi delegati. Si tratta dell'esercizio primo e fondante del confronto politico. Ad essa appartengono il dibattito civile e l'informazione, intese come forme di partecipazione politica, di intervento e di opinione, finalizzate ad ispirare e a controllare il legittimo svolgimento delle attività di governo. L'espressione antipolitica tende ad escludere dall'ambito politico tali forme di partecipazione e ad interpretare quello che è un flusso d'opinione fisiologico del gioco democratico nei termini di un irriducibile contenzioso tra due fazioni ontologicamente contrapposte.



Partito democratico = tautologia. Il partito è per definizione democratico. Non si dà partito se non in una democrazia. Esso può indicare solo come categoria vuota un organo totalitario e dittatoriale. Si parlerà allora di 'partito unico'. La denominazione di partito democratico suggerisce l'idea che gli altri partiti non siano democratici, e cela l'intenzione di rappresentare l'unica scelta possibile in un quadro propriamente democratico. Paradossalmente l'aggettivo democratico rincorre qui - anche se solo idealmente - il sogno totalitario del 'partito unico'.



Popolo delle libertà = Denominazione che sorge dall'inversione del concetto di 'libertà del popolo', pretendendo di voler significare la medesima cosa. L'inversione determina invece anche un capovolgimento di valori. Il nome comune 'popolo' da entità impersonale e incommensurabile, cui attiene la sovranità, si restringe all'idea di 'un certo popolo' delle libertà cui si contrapporrebbe uno contro le libertà. Per un gioco di inversioni, le 'libertà del popolo' divengono allora prerogativa di 'un certo popolo', ovvero 'libertà del popolo delle libertà', vale a dire privilegi. Più sottile ma equivalente è l'indebolimento dell'idea di sovranità, allorché viene riferita ad 'un certo popolo', in modo tale che - a maggioranza ottenuta - esso ritiene di poter assurgere alla totalità incommensurabile del 'popolo sovrano', sostituendo di fatto quest'ultimo.



Onorevole = degno di onore. Titolo onorifico, che rende per l'appunto onore a chi si sia reso 'degno di onore'. Nel contesto politico è il titolo assunto da chi è stato chiamato a legiferare. Il termine suggerisce che chi legifera sia degno della carica concessagli. Il titolo ha subìto però un processo di svuotamento fino a ridursi, a mo' dei titoli nobiliari e aristocratici, ad un vacuo appellativo privo di reale riferimento ad un'effettiva levatura morale, con la sola differenza che nel grigiore repubblicano manca perlopiù qualsiasi filtro dettato dall'etichetta o dall'educazione. Il titolo, insomma, non indica né richiede alcuna tenuta onorevole.



Deputato = incaricato, delegato. Indica persona che è stata incaricata, o deputata, a ricoprire un certo ruolo e a svolgere determinate funzioni. Rispetto a qualsiasi altro titolo esso mette l'accento sul valore di rappresentanza contro la concezione d'Ancien Régime, secondo la quale si potevano svolgere le suddette funzioni 'per grazia di Dio'. Di conseguenza, il titolo è strettamente connesso all'idea di sovranità del popolo, esprimentesi per libere elezioni di rappresentanti.



Voto = da non confondersi con il 'voto religioso', inteso o come sacrificio assunto dal fedele in cambio di beneficenza divina o come sottomissione iniziatica. In politica esso rappresenta la preferenza espressa da ciascun cittadino avente diritto a partecipare alle elezioni. In questo senso dicono bene i francesi, dotati di spirito tendenzialmente e tendenziosamente politico, riferendosi al voto in termini di 'voix', voce.



Rappresentanza = Condizione che consente di operare in vece di qualcuno. Si tratta del principio che permette a comuni cittadini di ricoprire legittimamente le funzioni di governo, in quanto delegati a ciò dal popolo sovrano tramite libere elezioni. Il concetto rischia spesso di risolversi, per assonanza, nel senso di rappresentazione, o mise en scène, riducendo a strumento scenico il principio di rappresentanza e offrendo all'elettore il ruolo di spettatore.

minilauree-grandi feste

mercoledì, marzo 12, 2008






Viva La Mati!
Viva Béri!

Viva i minirigattieri!


[Don Franco]

serata herzog e crauti #1

giovedì, marzo 06, 2008






AGGIORNAMENTO

aiuto sono vicino alla malattia o forse no: sono malato

mercoledì, marzo 05, 2008

Ariel ha deciso di rendere pubblica la sua personale battaglia contro la internet dipendenza aprendo un blog nel quale racconta, come in un conto alla rovescia verso la rinascita, le sue serate disconnesse.

Ognuno ha la sua sedia, che qui è rappresentata da una pagina web nella quale accanto ad una foto ed a una breve descrizione di se stessi, si deve rispondere a tre domande: qual è il sintomo più preoccupante della tua dipendenza tecnologica, perché vuoi staccare la spina e quali sono i tuoi progetti per le tue cinquantadue notti libere? Le risposte lasciano senza parole. Elise da San Francisco crede di aver toccato il fondo giocando ad una partita di solitario con il cellulare mentre ascoltava musica dal lettore mp3 e guidava, Lawrence ammette di non riuscire a percorrere serenamente il tragitto da casa al lavoro perché sente di star perdendo di vista le notizie del web e le mail nella sua casella. E ancora. Lily riconosce di tenere d'occhio in maniera compulsiva i social network ai quali è iscritta per controllare eventuali risposte.

Quasi per tutti la decisione di allentare il rapporto ossessivo con gli apparecchi tecnologici nasce dal desiderio di trascorre il tempo libero rimasto dopo il lavoro facendo qualcosa di diverso dal mirare ottusamente uno schermo. Per quanto riguarda poi i buoni propositi per occupare il ritrovato tempo libero settimanale ce n'è per tutti i gusti. Dal gettonatissimo leggere un libro al preoccupante fare sesso, dal romantico scrivere lettere a mano al modaiolo fare la maglia.

Il meccanismo del sito si basa proprio sul confronto delle esperienze e gli utenti, dopo essersi presentati, possono lasciare dei commenti sulle pagine altrui o conoscersi discutendo sul forum. Gli argomenti più seguiti sono le brevi descrizioni delle notti senza spina. Eddie racconta che per la sua prima "nigth unplugged" ha scelto di leggere un libro ma dopo solo poche pagine si è ritrovato davanti al computer, non senza provare un enorme senso si colpa. Nel testo era citata una frase in francese e doveva assolutamente chiedere a Google cosa significasse (aiuto sono malato). Altri racconti, più di successo, sono quelli che fa l'ideatrice Ariel. Alla sua seconda notte di fioretto ha riscoperto il piacere di una cena con un vecchio amico e alla terza ha ritrovato la passione per la danza che aveva abbandonato da tempo.

Insomma il sito sembra proprio funzionare come un corso per tabagisti che vogliono smettere di fumare. I benefici si iniziano a vedere dopo alcune settimane ma per tutti c'è l'euforia di fare un sacrificio che fa bene al corpo e alla mente.

Anche il dottor David Levy, professore presso l'Information School dell'Università di Washington, lo ricorda: "Bisogna fare attenzione. Quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni non è sano e non fa bene all'uomo. Condurre una vita qualitativamente soddisfacente significa trovare una forma di equilibrio e un po' di tranquillità. Bisogna domandarsi quali sono i limiti tra mente e corpo e tenere presente i danni che l'inquinamento informatico può causare".

di come la filosofia ha un senso per la vita

martedì, marzo 04, 2008

Oggi vorrei proporvi un'esemplificazione possibile del senso che la filosofia ha per la vita. Il senso della vita per la filosofia, potremmo dire, coi monty python. 

Esperienza naturale: 

guardo fuori e vedo l'albero nel mio giardino. E' un ulivo. 

Medesima esperienza, MA dopo aver letto Husserl

se intendete parlare di quella cosa che sta lì fuori nel mio giardino in quanto cosa che sta lì fuori, né io né voi possiamo parlarne senza parlarne e, per parlarne come di quella cosa che sta lì fuori con quelle certe sue proprietà naturali, dobbiamo far ricorso alla capacità di un segno di designare e di indicare (nel caso nostro, di noi che parliamo questa lingua, il segno è la parola "albero"); il segno è una espressione capace di designare (riferirsi a riferendo di) qualcosa e che vale per il modo in cui usiamo questa sua capacità; il segno in questione ci serve perché c'è una cosa lì fuori in giardino [...] con certe proprietà naturali che noi vogliamo indicare per poterne parlare; la parola "albero", la generale capacità designativa che la parola albero ha in quanto segno, diventa il mezzo per indicarle; ciò che con la parola "albero" indichiamo è il suo significato; la parola "albero", usata per indicare quella cosa lì in giardino, acquista un significato ostensivo [...]; questo significato è il contenuto designativo della parola "albero", il significato della parola, ma in realtà esso non è distinguibile dal significato dell'albero in quanto cosa (se non nel senso che mi vieta di parlare di un significato dell'albero in quanto cosa proprio perché non posso parlare di un significato della cosa distinto dal significato della parola con cui la designo; ma, per converso, mi rendo conto che ciò che la parola designa, il suo contenuto designativo, il suo significato (ostensivo) è un insieme di proprietà naturali e, in quanto tali, non posso parlarne senza attribuirle alla cosa di cui parlo - non posso propriamente parlarne come di proprietà naturali della parola). 

Autore del testo che riportiamo è G.M.B., Filosofia come esperienza Trascendentale, Le Monnier, Firenze 1977, ma giuro che il passo riportato è solo un'ottima esplicazione del pensiero (a livello di fenomenologia descrittiva, natürlich) di Husserl.

viarigattieri ha presentato: 

"il senso della vita per la filosofia"

rubrica riconosciuta di interesse nazionale culturale 
dal ministero delle cose graziose