manifestazione

domenica, novembre 28, 2010

c'è contentezza per questo ritorno di massa sulle piazze. sa di gioia, di vita, di voglia di partecipazione. è sempre bello quando accade e accade troppo poco spesso. anche noi, nel nostro piccolo, partecipiamo come possiamo a questo grande movimento.

"crani"
"croin"
"crani, c'è il corteo"
"croin, andiamo!"
"ma crani dobbiamo studiare"
"ma croin, ne va del nostro futuro! stanno smantellando l'università pubblica! tagliano i fondi all'università! tolgono borse di dottorato! aumentano le tasse! cacciano i cervelli! picchiano gli stomaci! massacrano le palle! dobbiamo manifestare!"
"ma crani, dobbiamo studiare"
"ma croin, ma non capisci, a pisa occupano gli aeroporti, i ponti, le torri, io ti odio, dobbiamo fare qualcosa, croin, facciamo il corteo, almeno facciamoci questo corteo!"
"ma crani, ma piove"
"ma croin, ma insomma, non possiamo stare a guardare, c'è la crisi, il governo sta per cadere, dobbiamo farci forza tutti assieme e buttare giù tutto, è ora!"
"ma crani... piove e dobbiamo studiare"
"..."
"e vabbene crani, hai ragione. facciamoci 'sto corteo. in fondo la ricerca va portata avanti, d'accordo, ma non dobbiamo mica chiuderci in questa biblioteca d'avorio, perché la ricerca deve avere un contatto con la realtà, ne va del nostro futuro o di quello dei nostri simili, insomma, fra quattro giorni devo consegnare la tesi di dottorato ma non importa, manifestiamo, sotto la pioggia, uniamoci al corteo!"
"bravo croin! così mi piaci! coscienza di classe, senso della situazione!"
"hai ragione crani, bisogna fare qualcosa! non possiamo stare qui a guardare! andiamo, uniamoci alla lotta!"
"grande croin, così mi piaci!!!"
"arriviamo fino a Massaro, cornetto alla ricotta, e torniamo?"
"in realtà pensavo ci fermassimo al bar precedente. ma vabbene, Massaro è anche meglio di quell'altro, ci sto, rivoluzione, rivoluzione!"

il giorno successivo, a casa. solite facce sveglie davanti al computer. voci dalla strada ("noi la crisi non la paghiamo!", "giù/lemàni/dall'ùnivèrsità!", e quant'altro).

"crani"
"croin"
"c'è la manifestazione!"
"scendiamo?"
"ma dobbiamo scrivere crani"
"e dai croin, sempre a rompere..."
"ma devo consegnare la tesi, crani"
"e io devo inventarmela, croin! ma se non c'è futuro, cui prodest?"

le voci aumentano. il latinorum di crani invoglia sempre più.

"crani"
"croin"
"ho un'idea"
"dimmela croin, non sto nella pelle"
"crani"
"croin"
"affacciamoci al balcone!"
"sei un genio croin"
"lo so"
"andiamo"

spinta lombare sullo schienale, ricerca simultanea dei piedi verso le tappine, spinta sulle braccia per farsi forza. tre passi, balcone.

"guarda, crani!"

corteo degli studenti medi, festanti e urlanti. dall'alto sembrano formichine che fanno di noi una piccola vedetta al safari. Sorridiamo, rientriamo felici e pieni di orgoglio.

"crani"
"croin"
"non sei contenta?"
"sono molto contenta, croin"
"e anche oggi la nostra manifestazione ce la siamo fatta"
"come starei male a non dare il mio apporto, croin. come mi sentirei inutile"
"anch'io crani. ma per fortuna non siamo come gli altri, meno male che abbiamo questa coscienza, noi non siamo come quelli che fanno finta di niente"
"quanta ragione nelle tue parole, croin. ragione e saggezza"
"crani"
"croin"
"lo buttiamo giù questo governo, vero?"
"se continuiamo così lo buttiamo giù, croin. ce la faremo"
"facciamocela, crani, sennò tutti i nostri sforzi saranno stati inutili"
"facciamocela, croin. che si mangia per pranzo?"

la sostenibile stupidità dell'essere

giovedì, novembre 25, 2010

La Zeit mi arriva a casa, silenziosa si apposta sugli scalini all’ingresso, poco lontano dal posto della spazzatura. È una delle cose che mi mancherà di più dopo dicembre. Anche se non la leggi tutta, anche se non la capisci tutta, ti rimane sempre qualcosa e, soprattutto, impari sempre qualcosa. Anche il 18 novembre era lì, un po' bagnaticcia, tanto che ho pensato, ma se ne rendono conto quelli che la consegnano della responsabilità che hanno?

La riprendo in mano durante la settimana, fino al giovedì dopo. Di solito la mattina quando bevo il caffè. Nella Zeit del 18 novembre, con mia sorpresa, nel numero dedicato a Tolstoj nell’anniversario della sua morte, trovo un contributo di P. Flores D’Arcais dal titolo “Die Dummheit der Linken” (http://www.zeit.de/2010/47/P-Berlusconi). Ecco, io sono sempre stato un sostenitore della stupidità della sinistra. Immaginate la contentezza nel trovare questo articolo. Allora ho pensato che forse possiamo leggerlo insieme. Poi lui è una persona intelligente, un grande intellettuale. Non solo per quel nome che ha, che sicuramente non è semplice e quindi affascinante, ma anche perché dirige una grande rivista come MicroMega ed è anche giornalista, professore e filosofo, come la didascalia del giornale ci ricorda.

Si parla della questione Silvio e si comincia una una tesi in pieno spirito illuministico: le spiegazioni più semplici sono le meno affascinanti. Per questo ricevono meno attenzione. Vero? Falso? Io penso che sia abbastanza vero. Certo, sono contrario a questi inizi generali. E poi penso anche che una cosa sia prima affascinante e poi semplice o complessa. Ad ogni modo, il Nostro ci parla della stupidità della sinistra, sostiene la mia tesi. Possiamo dunque procedere.

La posizione di P. Flores D’Arcais emerge subito: nessuno pensa alla risposta più semplice, ossia che la forza di Silvio, seine ganze Kraft, si spiega con la debolezza della sinistra e con gli errori dei suoi leader. Ecco il punto, anche io lo penso. Molti lo pensano, non è una scoperta. È inconfutabile che i vari leader della sinistra abbiamo fatto disastri. Ricordo solo le varie bicamerali di D’Alema, le strategie domenicali di Veltroni, l’autodistruzione della sinistra radicale (non vi fa ridere l’espressione sinistra radicale?) etc.

Però mi viene anche da dire che questa tesi è un po’ fortina. ‘Seine ganze Kraf’... ma veramente tutta la sua forza è spiegabile con gli errori dei vari sventurati che in Italia hanno distrutto quella che era una buona tradizione politica? Io fino a questo non mi ero spinto, pensavo invece che oltre all’incapacità dei leader della sinistra, ci dovesse essere qualcosa altro. Però io sono pronto ad accogliere la tesi forte e allora andiamo avanti nella lettura.

Il primo errore, secondo la ricostruzione storica del Nostro, l’ha compiuto, con narcisistico slancio e stupidità, A. Occhetto quando si è candidato rifiutando il candidato della società civile nel 1994. Assolutamente d’accordo, Occhetto è narcisista un po’ stupido. Precisiamo, non è che io a dieci anni le capivo bene queste cose, però un paio di anni fa l’ho visto a Roma, in via del Governo Vecchio. Molto invecchiato rispetto a quando lo vedevo in televisione. Però sembrava abbastanza narcisista, tanto che mi chiesi come mai poi scomparve dalla circolazione? Forse avrà pagato per qualche errore e allora i conti tornano. Si può sbagliare e poi pagare per gli errori, è umano. Poi con Occhetto si chiude un ciclo, si tagliano i ponti con il passato comunista. La cosa coincide però anche con l’innesco di un processo molto berlusconiano, di cui ora viviamo le conseguenze. I titoli di questo processo sono: antipartitismo, commercializzazione di politica e istituzioni, banalizzazione delle realtà di fatto. E il nostro infatti, tra un errore e l’altro, fa riferimento anche a questo.

Però, come ricorda PFd’A, il governo di Silvio dura solo otto mesi. Poi un governo tecnico. Poi nel 96, un cattolico progressista di nome Romano Prodi. A quel punto silvio se la vede brutta, quasi lo fanno fuori, anzi hanno tutti i mezzi per farlo fuori. Succede però che D’Alema, che intanto aveva fatto le scarpe a prodi, invita silvio a riscrivere insieme la costituzione. Allora berlusconi riacquista credibilità e rivince nel 2001 (pensiamo un po, contro rutelli). D’Alema capo dell’opposizione, prodi lo mandano a Brussel e silvio è il capo di due governi disastrosi: berlusconi II (2001- aprile 2005) e berlusconi III (aprile 2005-maggio 2006). Nel 2002, siccome massimo non oppone, ci sono i girotondini. Come scordarli i girotondini. Mi rimane il dubbio se anche loro fanno parte della stupidità generale oppure no. Però riflettendoci no, infatti la stupidità in questione è quella dei leader. Invece questi sono artisti e intellettuali che combattono silvio ma anche l’opposizione che non oppone.

Nel 2006 si ripropone prodi. Silvio è indietro nei sondaggi e bisognerebbe solo aspettare le elezioni per estrometterlo. Invece errori su errori e i leader della sinistra gli offrono un dialogo e si rivolgono contro la protesta della società civile. Il risultato è la vittora di prodi che tutti ricordiamo, tanto instabile che due anni dopo il buon mastella fa cadere il governo. Silvio rivince nel 2008.

Ora questa lettura generale è condivisibile. Anzi integrabile con ulteriori elementi di flagrante stupidità. Infatti non viene menzionato il paladino della stupidità della sinistra con le sue diverse sconfitte: governo, roma, sardegna e pure il suo stesso partito. Non sono stati menzionati altri movimenti popolari come quelli di grillo. Non è stato menzionato di pietro. E così via. Comunque la lettura rimane in larga misura condivisibile. Alla fine dell’articolo la mazzata: oggi siamo allo stesso punto, ossia al punto in cui la possibilità di sconfiggere berlusconi verrà cancellata dalla stupidità dei leader del partito democratico. Ecco ora mi è tutto chiaro, gli stupidi sono quelli del partito democratico e della loro tradizione. Oppure, malignamente, mi viene il sospetto da condividere con l’autore, che anche loro facciano parte della Casta. Caspita, questa si che è un ipotesi interessante, l’ho sempre pensato che D’Alema potesse fare parte della casta!

Però bisogna anche essere onesti e fare delle riflessioni. Per prima cosa mi pare che questa sia una tesi molto meno semplice e molto più complottista di quello che il nostro cerca all’inizio. O meglio, è una tesi semplice sono tutti d’accordo, sono tutti dei parassiti privilegiati... Però è una tesi di una semplicità qualunquista e un po’ inutile, non certo di una semplicità illuministica. Infatti, o la si dimostra seriamente e allora non vale la tesi iniziale del nostro, perché vorrebbe dire che il potere di berlusconi non deriva dalla stupidità dei leader ma da una complessa e articolata, tutt’altro che semplice rete di rapporti. Oppure, se la tesi finale rimane indimostrata nei dettagli è semplice, ma anche essa stupida. In altre parole, il dilemma o sono stupidi o sono d’accordo è stupido anche esso.

In realtà, è anche possibile che tutte e due le cose siano vere. Infatti in politica non ci sono vere contraddizioni. Può essere che a sinistra ci siano degli infiltrati berlusconiani che sfruttano la stupidità di compagni di partito per fare un favore a silvio. Bisogna però riflettere anche su un’altra cosa. Su qualcosa che nell’articolo si pone al margine come bistrattato e incompreso barlume di speranza: I girotondini, i grillini etc... Questi sono gli intellettuali che hanno cercato di contrastare la stupidità della sinistra. Ancora però nessuno mi spiega come sia possibile che la sinistra sia diventata quello che è. Che una scuola politica seria e una tradizione solida si sia schiantata completamente. Certo mica il comunismo cade al livello internazionale senza creare disagio. Però la domanda da fare è: è stato silvio che ha distrutto i partiti e la cultura politica italiana, oppure nella distruzione generale della cultura della sinistra italiana quel genio di silvio ha trovato una via maestra per costruire un impero?

In entrambi i casi non può essere che il suo potere si spiega con la stupidità della sinistra. E se anche questo fosse vero, bisogna chiedersi da dove questa stupidità provenga e bisogna anche caratterizzarla. Non tutte le stupidità sono uguali. Ed è certo che in un partito possano convivere disonesti, stupidi, arrivisti, complottisti, berlusconisti. La forza di un partito sarebbe quella della maggioranza dei componenti 'educati’ da una certa cultura che possa contrastare i disonesti, gli stupidi etc. Se questa parte manca vuol dire che manca una cultura di base, oppure che la cultura di base è essa stessa stupida. Come la mettiamo con questa ulteriore riflessione? Insomma qualcuno mi dice anche perché questi capi sono così stupidi?

lo dicevo io...

domenica, novembre 21, 2010

che ci fosse qualcosa di strano, lo si era capito. basta andare sul sito francese per capire come nei nostri cuori sarebbe stato difficilissimo sostituire Mou (e vedere con quale attenzione il povero Betty ascolta le parole livornesi del piccolo Allegri fa tenerezza, oltre a confermare la distanza abissale che separa questo calcio da quello degli anni passati - la prostituzione intellettuale è ormai solo un lontano ricordo, oggi che persino il papa dice che si può usare il preservativo). 

ma il problema non è solo nostalgico, bensì rigorosamente politico, come spiega Luigi Cavallaro sul manifesto di ieri: e noi, in qualità di militanti di fede dichiarata, non possiamo continuare a far finta di ignorarlo. 



Presidente Moratti, Capitan Zanetti: volete schierarvi con la rivoluzione o tradirne il senso continuando a dirci che va tutto bene? 

A modest proposal, edizione 2010

martedì, novembre 16, 2010


Credere, come comunemente si fa, che una macchina senza autoradio sia come una donna che non pratica fellatio (ovvero una cosa di cui disfarsi entro breve), è un errore: al contrario del suddetto modello fallato di femmina, la macchina senza autoradio può dare delle soddisfazioni. Io, per esempio, quando sono in macchina senza autoradio (sempre), spesso mi ripeto a voce alta le poesie che conosco a memoria, col vantaggio di rinfrescarle, e un giorno poterle recitare in pubblico. Però c’è il problema che se le sbaglio non c’è nessuno a correggermi, e non posso neanche controllare, quindi finisce che persevero nell’errore, il che è notoriamente diabolico. Allora ultimamente ho preso l’abitudine di darmi un argomento di conversazione da svolgere da solo, in un teso dialogo interiore, non necessariamente silenzioso (tanto ormai se la gente ti vede parlare o ridere da solo pensa che tu stia conversando al cellulare con l’auricolare impiantato in un’otturazione, e non più, come un tempo, che tu sia matto).

E niente, qualche tempo fa ero in macchina, da solo, senza autoradio. Allora mi sono detto: «Parliamo?», e mi sono risposto: «Prima rinfreschiamo A Silvia». Allora ho insistito: «A Silvia, tutte le volte partiamo bene e poi finisce che dopo la man veloce che percorrea la faticosa tela non sappiamo come andare avanti. È frustrante», «A Zacinto?», «Noiosa», «La Lettera di Egisto Malfatti?», «Già fatta. E poi la facciamo tutte le volte. Perché invece non parliamo un po’? Non parliamo mai, io e te», «Vorrà dire che non abbiamo niente da dirci», «Te ne pentirai, quando non ci sarò più», «Può darsi».
«…», «…».
«Eddai, va bene: non tenermi il muso. Di cosa vuoi parlare?», «Non so», «Letto il giornale?», «Sì, le stesse cose che hai letto tu», «Vedi? Ora sei tu che fai il difficile», «Hai ragione. Ho avuto una giornataccia», «A chi lo dici», «…», «…». «Dai, facciamo così: peschiamo un argomento random dal cervello, una cosa a caso, tanto non è che ce ne siano troppe, là dentro, e poi ne discutiamo. Eh? Ti va?», «Tipo l’aborto?», «Ecco, tipo l’aborto, ma non l’aborto», «Facciamo l’estrazione random?», «Random», «Vado?», «Tra un po’ è finito il post e non abbiamo ancora detto niente», «Hai ragione. Vado», «Vai», «Uh, che bello!», «Cos’è uscito?», «Risorgimento», «Risorgimento?», «Eh, risorgimento. Hai detto random e io ho fatto random», «Ma noi che ne sappiamo del risorgimento?», «Mi sa pochino», «Eh. Mi sa anche a me».

Insomma abbiamo parlato di Risorgimento. E queste sono le cose che ne abbiamo tratto.
-       Che ne sappiamo pochino.
-       Che non ci dispiace troppo di saperne pochino.
-       Che un tempo ci stava sul cazzo perché eravamo internazionalisti.
-       Che oggi ci sta simpa perché c’è la Lega, e essere risorgimentali è diventato di sinistra.
-       Che c’erano Garibaldi, Mazzini e Cavour.
-       Che c’era anche Biperio (spesso abbreviato in Bixio), ma era uno stronzo.
-       Che la toponomastica risorgimentale ha ammorbato tutte le piazze e le vie d’Italia, e che se le strade le avessero chiamate tipo Largo Mazinga o Piazzale Eather Brooks ci saremmo orientati meglio.
-       Che l’anno prossimo è il centocinquantenario della quasi unità d’Italia, e infatti si parla un sacco di festeggiamenti, e l’esercito, e le parate, e il sentimento nazionale, e cetera.
-       Che sarebbe carino che viarigattieri si impegnasse – tramite il suo peso civile e politico – a promuovere un’iniziativa pro-risorgimento, in vista dei festeggiamenti.

Poi se ne può discutere, ma l’iniziativa che abbiamo pensato noi è la seguente: che il 17 marzo dell’anno prossimo l’Italia proceda all’invasione congiunta di città del Vaticano e di San Marino. Ora, San Marino non so neanche tanto bene cosa sia o dove sia, ma l’invasione del Vaticano sono certo che sarà uno spettacolo, sbaionettando qua e là le natiche avvizzite delle loro imporporate eccellenze[1], e liberando finalmente l’Italia dal foruncolo pontificio che invade spietatamente l’amato suolo patrio. (La natura foruncolare matura[2] è per altro testimoniata da quel capoccione bianco).
Non è per anticlericalismo, per carità, ma come potremmo noi cantare, con il porporato piede straniero sopra il cuore?

La cosa avrebbe per di più una serie di vantaggi collaterali, quali:
  1. Giustificare l’esistenza di un esercito italiano.
  2. Fare incazzare la Svizzera.
  3. Essere espulsi dalla NATO (finalmente potremo aprire un mega-acquapark a Camp Darby).
  4. Vincere una guerra, una volta tanto.

Pensateci:
1861-2011. Facciamo felice Cavour. Riprendiamo il Vaticano”.
O anche:
2011. Garibaldi Vs Benedikt. Lo scontro finale”.


Oppure facciamo una bella colletta per comprarmi un’autoradio.

[1] Che poi, insomma, mica siam bestie. Insegneremo ai nostri ragazzi a dire sempre “scusi padre”, prima di far incontrare il cranio del prelato col manganello educatore.
[2] Bubbonitas, secondo il diritto canonico.

cade?

martedì, novembre 09, 2010

Qualche tempo fa, in biblioteca, un tizio davanti a me leggeva un libro blu: Precetti Coniugali di Plutarco (a cura di G. Martano e A. Tirelli, M. d'Auria Editore, Napoli 1990, oggi esaurito e disponibile solo in cd-rom). A un certo punto lo ha porto a una sua amica e le ha detto: "leggi qua, il § 43: ecco quello che Berlusconi non ha capito".

Ho dovuto aspettare che se ne andassero per scoprirlo, che cosa Berlusconi non avesse capito. Scrive Plutarco:
 
Quando il retore Gorgia lesse ai Greci ad Olimpia un discorso sulla concordia, Melanzio esclamò: "Eccolo qui, ci dà consigli sulla concordia, lui che nella vita privata non ha saputo convincere sé, la moglie e la serva ad andare d'accordo: ed erano in tre!". A quanto sembra, infatti, Gorgia aveva un debole per la servetta, e la moglie ne era gelosa. Deve pertanto tenere in buona armonia la sua casa chi si accinge a mettere armonia nella città, nell'assemblea del popolo, tra gli amici, poiché sembra che agli occhi della gente passino inosservate più le manchevolezze delle donne che quelle verso le donne.

L'amica ha commentato: sei troppo buono.

Io ho ricominciato a studiare.


soci

martedì, novembre 02, 2010

Care compagne, cari compagni,

il comitato centrale del collettivo Via Rigattieri, riunitosi a Pisa addì 16 settembre 2010 in sessione plenaria davanti a un piatto di spaghetti alle arselle, ha deliberato quanto segue:

"In funzione di una comprovata e pluriennale fede nerazzura, e in ragione della più recente attività politico-informativa svolta dal blog di cui ci onoriamo di essere espressione, con riferimento segnatamente al post del 22/6/2010 dal titolo "(r)i gatti ruzzi V - L'ipotesi leninista", ci autoproclamiamo meritevoli di diventare soci onorari del rinomato consiglio popolare Interisti Leninisti, e procediamo a inoltrare richiesta di riconoscimento pubblico al comitato centrale dello stesso. Qualora i compagni ravennati dovessero avanzare dubbi sulla nostra onorata e indefessa militanza, con umiltà, senso della causa e fede risolutamente rivoluzionaria non ci sottrarremo al questionario che i compagni vorranno correttamente sottoporci".

Saluti leninisti
a nome del collettivo,
il compagno capo




Il soviet supremo, riunitosi nella serata di venerdì 17 settembre, ha così deliberato:

La vostra richiesta appare ben motivata e quindi meritevole di essere presa in seria considerazione. In casi importanti come questi noi procediamo direttamente alla somministrazione del questionario con sopralluogo sul posto che prevede espressamente la messa a disposizione da parte del comitato locale ospitante di 2 litri di vino per ogni componenete la segreteria e di una quantità di cibo che deve essere da noi ritenuta congrua... (spese del viaggio a nostro carico).

ci rendiamo altresì conto che causa impegni (sia di lavoro che di scazzo) non ci è possibile raggiungervi entro un ragionevole lasso di tempo, per cui ci vediamo costretti ad inviarvi il questionario con mezzo elettronico.
il segretario
Claudio Notturni



Abbiamo questionato. Siamo stati promossi. Siamo soci!