R-esistere al Capo anche a Natale.

sabato, dicembre 08, 2012

Parla Pisa.

Trasmettiamo alcuni messaggi speciali:

la gallina non fa uova;

la cintura non è stretta;

il cachemere punge;

Riccarda trova marito;

il mio ombelico è pulito;

la cugina del fruttivendolo è viva.

Parla Pisa.

Abbiamo trasmesso alcuni messaggi speciali.

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DECRIPTAZIONE:
"Abbiamo intercettato una foto del Capo e di Genni, intenti a complottare per rubare il Natale ai rigattieri di Pisa. La foto è allegata in fondo a questo nostro. Occorre un nuovo scatto di coraggio dei rigattieri resistenti a Pisa. L'insurrezione al Capo è convocata per il 21 (VENTUNO) dicembre 2012 in casa del compagno Fu Oca. Nei commenti il menu e le adesioni. Per essere ammessi al citofono bisognerà dire: 'Capocotechino'.

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da sinistra a destra: Genni e il Capo.

Pranzo di... Capodanno 2012/13, ovvero ottavo pranzo di natale dell'era dei rigattieri

mercoledì, dicembre 05, 2012

"Ma poi che c'è, a Capodanno, a Pisa?" chiese candidamente un vecchio rigattiere, con la solita aria sorniona di chi la sa lunga ma non lo dà a vedere. "Ma come cosa c'è, c'è il capodanno dei rigattieri!" "Il capodanno dei rigattieri? Ohibò, e beh cus'è?" chiese candidamente il vecchio rigattiere con l'accento milanese dato dalla sua situazione attuale e momentanea, un po' omaggiando vecchi e grandi cantautori dell'italica tradizione. "Ma come cus'è, è l'evento mondano più richiesto di tutto il 2012! È il modo per confrontarci di persona e dirci che in fondo siamo ancora vivi! È l'auspicio più cool di tutto il 2013, che tutto il mondo ci invidia, insieme alla torre!" "Cioè vorresti dirmi che quest'anno non siamo riusciti a organizzare il pranzo di Natale e stiamo spostando tutto a Capodanno con questa scusa un po' meschina?" chiese candidamente il vecchio rigattiere che da sempre sapevamo che la sapeva un po' più lunga degli altri, e che anche questa volta era riuscito a vederci più chiaro della media delle persone che frequentano questo blog, ma che tanto sappiamo anche da dove trae la sua forza. "Eeeeh... Uuuuh... Mmmh..." "Ma scusa questo tuo mumbleraggio indica forse che ancora una volta ci ho visto più chiaro della media delle persone che frequentano questo blog?" chiese candidamente il vecchio rigattiere che prima o poi bisognerà sputtanarlo pubblicamente, che tutta questa sagacia gli deriva da quella testa di pietra di fronte camera sua, ecco l'ho detto e già lo sapevamo, ma ogni tanto ripeterlo non fa male. 
"Sì, genni. sì". 


Tacchini sui tetti e renziani in Siberia. Le pagelle delle primarie

lunedì, dicembre 03, 2012



Riprendendo una rimpianta consuetudine dei Rigattieri – le pagelle del calcetto di Cofìno – e riadattandola prontamente all’uopo, entriamo anche noi a gamba tesa nel dibattito delle primarie. È vero, noterà qualcuno, adesso è troppo facile, le primarie sono finite! Ma chi se ne frega.
Noi ci limitiamo a glossare il postmoderno.
 
Il contesto

Confronto Sky – voto 7: Simpatico, incasinato, da prima volta insomma. Il tempo per le risposte era pochissimo (per avere risposte sensate, ovvio). Con cinque candidati si è rischiata l’assemblea di condominio. Ma l’effetto di vedere quella gente onesta e preparata, lì a disposizione, bravi, composti, faceva una tenerezza infinita.

Confronto Rai – voto 9: Mi sbilancio, ma è stata un’ora e mezza tesissima, di un’intensità vera, palpabile. Si sentiva che i due si stavano giocando tutto. E forse è stato il segreto del successo di questa mobilitazione. Loro ci hanno messo la faccia, noi abbiamo riempito i seggi. Dovrebbe, sempre, funzionare così.

Quotidiani e tv – voto 4: A parte qualche rarissimo professionista con un minimo di cervello e una penna degna di essere chiamata tale, l’informazione italiana ha cercato la rissa dall’inizio alla fine. Di raccontare e mettere in scena una rissa. Senza capire nulla, ma proprio nulla, di quello che è successo (persino quando i due litigavano sulle regole). E gli insulti che ieri D’Alema ha rivolto ai giornalisti chiudono il cerchio, sono la prova finale che i giornalisti medesimi – e il velista pugliese – non ne azzeccano più una da almeno vent’anni.

Grillo – voto 3: Aggredisce a testa bassa, sentendo di perdere terreno. E che con le primarie online (verificate da chi?) non potrà mai replicare al botto delle primarie vere. Sbrocca al punto da arrivare a dare ordini e minacce ai suoi stessi sostenitori (“chi pilota il voto è fuori”, dice oggi, un bell’augurio per davvero).
Pdl – s.v.: Ci avete preso per il culo per anni, per il fatto che noi si organizzava le primarie. E adesso? Fateci sapere.

Battute, satira, metafore – voto 10: Doverosa precisazione: chi scrive ha una pessima opinione dell’umorismo renziano, tendenzialmente speculare a quello di “Striscia la Notizia” (eppure, a quanto ci risulta, con rammarico, anche il pubblico di “Striscia” gode tutt’ora dei diritti costituzionali…). Ma la prova migliore di questo successo popolare sta nella creatività venuta fuori un po’ da tutte le parti. Svettano su tutti, impareggiabili, i “Marxisti per Tabacci”, cui viene tributata una menzione d’onore nel discorso della vittoria di Bersani. E come dimenticarsi di Crozza, Zoro, vari gruppi Feisbuc… Chiudo sottolineando la metafora più surreale, da archiviare negli annali della storia politica italiana: “Meglio un passerotto in mano del tacchino sul tetto” (un Bersani titanico mette così a repentaglio la candidatura nel confronto tv con Renzi).

Elettori e volontari – voto 10: Tra primo e secondo turno fanno più o meno 6 milioni di persone. Bisogna conteggiarli tutti insieme, anche se erano quasi gli stessi. Perché fare questi numeri da una settimana all’altra è pazzesco, semplicemente pazzesco. E perché sono state due giornate bellissime da vivere. Non occorre dire altro.


I candidati

Tabacci/Puppato – voto 7: Si sentiva che erano un po’ avulsi dal gioco. Partivano da troppo lontano, culturalmente e per esperienze diverse fra loro. Ma ci voleva anche questo. Per chiedersi chi è questa tipa che in Veneto ha sconfitto la Lega e perché diamine un vecchio democristo come il "Tabaccione" (copyright Bersani) si sia buttato in questa bolgia di giovani e volontari.

Nichi – voto 9: Boom. Già. Voto quasi massimo per il governatore pugliese. Non solo perché noi Rigattieri abbiamo la Puglia nel cuore. Nossignori. Il fatto è che, ammettiamolo, quando parla ti fa venire i lucciconi agli occhi. Ti smuove qualcosa dentro. E la scelta di aspettare di essere assolto prima di iniziare la campagna, le lacrime trattenute a stento, l’integrità morale come primo valore, è una delle cose migliori che si siano viste. In assoluto.

Renzi – voto 7: Peccato, si è perso per strada. Fino al primo turno, ha condotto benissimo. Trascinante, mediaticamente un portento. Poi ha perso la brocca. Attaccando sinistra e moderati si è tagliato fuori da un possibile recupero. Il suo grave limite è muoversi quasi solo per ambizione personale. E lo si è visto con il casino delle regole (un boomerang clamoroso). È la differenza tra chi è solo comunicazione e chi la comunicazione la sa usare (vedi sotto). Ma in fondo Renzi è stata una benedizione. Ha fatto il massaggio cardiaco a questo partito che fino a cinque mesi fa era al 25%. Ora è quasi dieci punti sopra. Ed è anche merito suo.

Bersani – voto 8: Non esageriamo. Teniamoci bassi, come direbbe lui. Che dire, questo politico di provincia, sanguigno e tradizionale, li ha fatti fuori tutti. A partire da D’Alema e Veltroni, scendendo giù fino al “toy boy” fiorentino. Profilo basso, trasandato, sornione. Non esattamente il leader trascinatore. Eppure ce l’ha fatta. Si è tenuto “aperto”, per niente conflittuale, ha incassato da Renzi tutti i colpi su età, riforme, corsi e ricorsi storici. Ecco, lui incassa e va avanti. Non è l’uomo che ci porterà all’Italia 3.0, ma forse è quello che potrebbe tirarci fuori da questa melma: con le maniche rimboccate e le madonne che piovono a destra e a manca.

p.s.: Si ringraziano i Marxisti per Tabacci per la foto. E per la straordinaria organizzazione delle deportazioni in Siberia. Grazie, ci mancavano.